Intro

Metamorfosi di Narciso - Salvador Dalì, 1937

Un moderno ed indeciso Narciso.
Per lunghi periodi se ne sta ad osservare la sua immagine riflessa beandosi della stessa sino a quando, ancora una volta distratto da sé, si ritrova vecchio e ammaccato nonostante stringa tra le mani un'infinita serie di possibilità.

Un entità volta alla morte o alla continua e solitaria masturbazione. Sterile.


Qui la scelta: rinsavire o distruggersi.


La seconda opzione è, probabilmente, la più immediata: procedere in questa direzione sino a quando i tanti modelli/ideali non riusciranno più a trovare un punto d'incastro l'uno con l'altro.

Rinsavire è, invece, rinascere dalle proprie ceneri senza scordarsi della propria identità che affonda le radici nell'ultimo secolo.

Mi discosto molto da chi si limita a condannare questa nostra società liquida e ricca di futili ricchezze: inutile negare che l'insieme degli attuali “ideali”, dall'attenzione spasmodica all'ecologia sino alle più estreme forme di consumismo,  siano frutto della stessa pianta, gemelli diversi del progredire dell'uomo.


Della selezione virtù, largo al pragmatismo e alla scelta. 

Il cambiamento richiede impegno e sacrifici e, proprio da quanto e cosa saremo in grado di lasciarci alle spalle, determineremo il volto di un moderno e consapevole presente.

Se le nostre scoperte vengono dal caos, è anche vero che ordine vuol dire la cosa giusta al posto giusto e al momento giusto. Sono i confini a determinare quali sono le cose, i luoghi e i momenti giusti.


Il momento è indubbiamente quello giusto, il caos idem.

L'ordine sarà figlio dell'osservazione critica dei mutamenti.